Nuova Caledonia

Antoine ne parla

non occorre cercare in Nuova Caledonia l'oscillazione morbida delle anche delle vahiné (sebbene molte Tahitiane e di Tahitiani hanno rifatto la loro vita sulla "pietra" - è il nome familiarmente dato a la Nuova Caledonia), né, almeno sulla costa occidentale, la foresta lussureggiante tropicale delle Isole Sottovento (tuttavia la costa est, che riceve gli alisei, ha una ricca vegetazione tropicale). Ma la Nuova Caledonia è soprattutto un'isola immensa, quasi un continente, ai paesaggi variati ed affascinanti.
Al sud della costa ovest, Nouméa è la "Parigi del Pacifico"; è una città addormentata, diffusa su colline e lunghe baie orlate di belle spiagge ; altre spiagge deserte, particolarmente attraenti, delimitano la costa occidentale, al nord del -Bonhomme- di Bourail, uno dei posti più fotografati in Nuova Caledonia.

Una delle mie più vive memorie della "pietra" è un giorno passato in un'azienda agricola nel centro dell'isola, a Koné, e a cavallo nella "catena", le montagne che occupano il centro della Grande Terra. Spettacolari anche queste, le rocce carsiche dalle forme di aghi affilati, ( comparabili agli -Tsingy- del Madagascar), che si ergono nella regione di Hienghène. I nomi Caledoniani, concepiti da geografi francesi, conducono ad ortografie simpatiche, come Lindéralique o Ouaième (quanto gli anglofoni avrebbero certamente trascritto, come in una grande parte del Pacifico, "Wayem": è un po'come se si avessero dei 'siti ouèbe"!).

Poco conosciute, e tuttavia splendide, le isole Loyauté (Lealta) si estendono, in numero di quattro più alcuni isolotti, a Nord-est della Grande Terra. La più grande, Lifou, è quasi ampia come la Martinica, ma ha la forma di un vasto piatto sopraelevato: scogliere cadono in mare tutto intorno, pero' al centro dell'isola, tutto è piatto, coperto da una vegetazione abbastanza povera; alcune spiagge sono splendide, e le tradizioni kanak, che si mescolano all'influenza religiosa, sono affascinanti: qui, non dimenticate "di fare la costume", cioè di rimettere al capo che vi accoglie il regalo usuale (sigarette, una piccola somma di denaro simbolico e un "manou", l'equivalente locale del pareo), spiegando in alcune parole la ragione della vostra visita, e che è nel rispetto delle loro tradizioni che rendete loro visita.

A Maré, ho visto rinascere un'altra vecchia tradizione, quella della distillazione del legno di sandalo per estrarre un'olio molto quotato in profumeria; nei secoli passati, i visitatori rasero senza discernimento le foreste di legno di sandalo delle isole del Pacifico, oggi, si cerca di ricreare queste ricchezze.
Ouvéa ha, senza alcuno dubbio, una delle più belle spiaggie al mondo; è un'isola bassa, praticamente un atollo, ma di cui una parte sopraelevata ha generato grotte misteriose che sono tabù: occorrerà chiedere il permesso usuale anche per avvicinarsene.

Gli ospiti dicono dell'isola dei Pini che è "L'isola più vicina al paradiso"... ciò non è certamente quello che pensavano i forzati che vi furono deportati al tempo del "comune", in un bagno penale che non aveva nulla da invidiare a quello di Caienna e dell'isola del Diavolo.
È James Cook che ha dato all'isola dei Pini il suo nome: era stato colpito (chi non lo sarebbe!) dagli straordinari "Pini a colonne", molto più alti del cocco, che crescono su tutta l'isola, come del resto una buona parte delle coste sud della grande terra di Nuova Caledonia.

Tutta questa regione è un vero paradiso per gli appassionati di crociera in un arcipelago vergine, dalle possibilità d'ancoraggio innumerevoli, della baia di Prosny (sulla grande terra) con le sue numerose piccole insenature, a quelle di Kuto (una delle sabbie più fini del mondo) e di Kanumera molto vicino, di Gadgi o di Oro.

Non c'è un grande sviluppo turistico all'isola dei Pini, solamente piccoli alloggi familiari situati generalmente sulle più belle spiagge dell'isola, ed un hotel lussuoso, dipendenza del Meridien di Nouméa, nella splendida baia di Oro.
Per me, l'isola dei Pini è realmente una delle isole più vicine al paradiso, e quando mi dirigo verso questa parte del Pacifico, è sempre un po' ad essa che penso, e alle piccole isole che la circondano, l'isolotto M