Agosto 2002
Salve a tutti,
E non ricordavo che le isole Tuamotu erano talmente perfette !
Imaginate un attimo un piccolo bacino pieno di, diciamo, dieci centimetri d'acqua blu turchese. E l'oceano Pacifico, e questi dieci centimetri rappresentano le 3000 o 5000 metri dei fondi marini al largo. Imaginate di posare in fondo al bascino dei bicchieri cilindrici, con il loro bordo esattamente al livello della superficie dell'acqua, bicchieri con una parete fina come del cristallo, ma con un fondo molto spesso, come quello dei bicchieri usati per bere whisky. Anche questi bicchieri sono pieni d'acqua ; ognuno di loro rappresenta un atollo, e il bordo molto fine, la parte emersa molto stretta, rapprensenta assai bene la fina striscia di corallo, a volte coperta di qualche isolotto con palme. Imagina che questi bicchieri hanno un fondo talmente spesso che c'e posto solamente per qualche millimetro d'acqua (nella realta trenta metri, niente comparato con i 3000 metri dell'exteriore)
Poi imaginatevi navigando all'exteriore dell'atollo, sul mare mosso, la vostra barca molto agitata dalle onde. Guardando sopra la barriere coralline, vedete che l'interiore è assolutamente calmo, le onde fermate dalla struttura chiusa del "bicchiere".. e avete tanta voglia di ripararvi su questa acqua, in questa laguna tranquilla. Per fortune, in certi atolli, il bordo del bicchiere è rotto. Il buco è una "passe" che si traversa con precauzione per entrare in quel posto talmente protetto.
Lasciando le isole Gambier con rimpianti rammarici, non ricordavo che le Tuamotu erano talmente perfette; il mio primo atoll, Amanu, mi ha regalato qualche giorno di pace e di dolcezza assoluta, all'ormegio sotto il vento di un isola circondata di qualche corallo alla forma improbabile, rotondi come dolci di compleanno, e che sembravano galleggiare sull'acqua blu della laguna. Gli indigeni di Amanu, cosa strana, parlavano Italiano, perche guardano alla televisione una "novela" brasiliana che si svolge in Italia, e le ragazze mi chiamavano : "Amore Mio ".
A Makemo, per bere l'acqua fresca di nocci di cocco verdi, ho applicato di nuovo una vecchia idea che mi aveva insegnato molti anni fa un collega navigante : piuttosto che fare fatica a tagliare la fibra spessa che circonda la nocce, non c'è niente di più simplice che ... un trapano elettrico, preferabilmente ricargabile, ed una paglia per bere !
A Fakarava ho avuto la sopresa ( il mondo è davvero piccolo !) di incontrare sulla spiaggia deserta una amica da molto tempo, Catherine Domain, famosa libraria Parigina : la sua libraria Ulysse, famosissima in Francia tra i viaggiatori, è situata nell'isola "Saint Louis" al centro di Parigi.
A Tahanea e Toau, ogni ormeggio era più spettacolare del precedente ; anche li, sarei volontieri rimasto qualche mese... ma devo presto tornare in Europa, era tempo di ri-avvicanarmi a Tahiti ; l'ho fatto, a cavallo su delle alte onde venendo del Sud, che explodevano con forte rumore sulla barriera corallina. Per questo riencontro con Tahiti (il quarto, alla vela, in 25 anni) ho scelto di fare i miei primi scali all'est della "Presqu'île", la grande penisola, la zona la più naturale, senza strada, dell'isola di Tahiti. E come ho fatto bene ! Perche la visione delle montagne verdi e delle altissime cascate che cadevano delle falesie senz'altro non hanno cambiato molto dal tempo delle prime visite di Cook o Bougainville.
È di uno di questi ormeggi, davanti al Giardino Botanico e al Museo Gauguin, che io vi mando questa lettera, con un po del sole che c'è qui -(ma in quasta stagione, ne avete certamente piu di me, del sole !), e con un caro saluto.
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