Luglio 2002
Salve a tutti,
La luna piena, rotonda, scintillante, sale sopra alle montagne di Taravai e di Mangarava, le più alte isole delle Gambier, al momente che mi allontano dell'arcipelago, dopo un soggiorno quasi perfetto di due mesi.
L'aspetto delle montagne nelle Gambier ha molto cambiato dal tempo della mia prima visita, 25 anni fa. A quel periodo, le montagne erano coperte solamente di erbe alte, di accesso difficile. Donavano alle isole un'allura arida e dissecata; ma qualche anno prima, nel scopo di ricoprire le isole di boschi, il governo aveva segnalato l'esistenze d'una legge francese, che da la proprietà d'una terra a qualsiasi persona che l'occupa in modo familiale e pacifico per trent'anni, senza revendicazioni di altri eventuali proprietarii. Per simplificare i problemi di revendicazioni di terra, drammatichi in Polinesia dove la più piccola terra e spesso revendicata da 50 personne à la volta, il concetto di "occupazione familiale" e stato esteso al simplice fatto di avere piantato alberi ; ed ecco come delle famiglie nelle quali il gran-padre a piantato, rent'anni fa, una trentina di alberi di cocco o una centinaia di pini dei Caraibi, si dividono oggi delle belle proprietà. Ed ecco perche in trent'anni, i fianchi della più gran parte delle isole si sono coperti di alberi, falcata, pini dei Caraïbi o filao ( "l'albero di ferro", qui chiamato aito). Le specie di alberi non sono molto diversi, ma lo sono di più che le tristissime foreste di pini neri che hanno preso possessione di tante terre cultivate nelle montagne d'Europa.
Il mio soggiorno, l'ho detto, e stato quasi perfetto; se c'e un defetto nelle Gambier, è che sono al limite della zona tropicale, e che da giugno a settembre, la temperatura è un po bassa per me : i fronti freddi che si succedono producono diversi giorni grigii con vento e pioggia, e si pensa qualche volte alla Bretagna.
Ma appena ritorna il sole, le Gambier sono una meraviglia, con il loro cocktail unico di montagne e di isole basse, al livello del mare, questi "motu" che constituscono soli gli atolli delle Tuamotu, dove mi dirigo oggi. Per le prossime settimane, le montagne saranno solamente un ricordo : barriere coralline, isolotti bassi piantati di alberi di cocco e di pandanus saranno l'unica decorazione dell'orrizonte.
Lasciatemi pero raccontarvi che il giorno prima della mia partenza, Banana Split a servito di trasporto di bestiame ! Un amico, proprietario d'un isolotto abitato da sette capre, voleva portare a loro un capro, catturato nella montagne d'un' altra isola. ed ecco come un capro magnifico - ben dotato dalla natura - ha fatto la traversata Taravai-Rikitea sul ponte di Banana Split, è rimasto abbastanza tranquillo, emettando solamente un "mêêê" inquieto quando il catamaran si sollevava sulle onde.
Oggi, il capro è sistemato sull'isolotto di Mekiro ; quello che non vi ho detto è che il proprietario, in ricordo del trasporto del capro sulla mia barca, ha chiamati il capro Antoine ! Ed ecco perche ormai, nel isolotto di Mekiro, Antoine regna su sette belle capre, carine e cornute, e su una vista della laguna a togliere veramente il fiato.
A presto, vi raccontero le Tuamotu.
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