Giugno 2016
Salve a tutti,
Questa lettera sarà breve, perché in questo 31 maggio, siamo gioiosamente sballottati dai venti alisei, a 180 miglia ancora da Fakarava, che pensiamo di raggiungere domani sera. Ieri, dopo circa 180 miglia di navigazione, eccellente se un po'irregolare, è diventato un po' caotico quando il pilota automatico e l'asta idraulica si sono contemporaneamente dichiarati inadatti a governare la barca; ho dovuto ridurre la vela, e riorganizzare tutto ciò; era probabilmente solamente, ancora una volta, una desincronizzazione dei due timoni; in ogni caso abbiamo tutto sistemato, e abbiamo continuato a scurire tutta la notte.
Un poco agitato, mi limiterò a ricordare alcuni ricordi di quella breve sosta a Raivavae, dove abbiamo potuto :
- ancorare di nuovo nella mia piccola della parte sud-est della laguna ben protetta che circonda l'isola; quel giorno, l'isola non era deserta : i residenti dell'isola centrale erano venuti a raccogliere le noci di cocco per spedirle all'isola di Rapa, che è troppo a sud per le noci di cocco. Vaimiti è stata in grado di rifare la sua foto sulla spiaggia che avevo preso dieci anni fa, e di fare visitare i luoghi al suo amico Stephane.
- visitare l'isolotto conosciuto come "Motu piscine", o isolotto piscina, dove Vaimiti ha riempito una scheda SD di fotografie.
- scalare la montagna più alta dell'isola, il Monte Hiro, solo 423 metri, ma via un sentiero diabolicamente ripido: gli abitanti hanno installato un sorta di rampa ci, un forte cavo elettrico rivestito, conveniente sia alla salita come alla discesa; abbiamo fatto delle foto delle viste che si aprono verso il sud come verso il nord dell'isola, prima di scendere, in gran parte, da parte mia, sulla schiena, scivolando in una vero toboggan coperto di aghi di filao , o albero di ferro.
- Infine, fare scorta di frutta: dopo i pompelmi dei gendarmi, un simpatico abitante di Raivavae ci ha fatto portare una carriola piena di pompelmi, arance, banane, limoni; un altro ci ha offerto dei radici di Taro e dei pahua (vongole giganti) congelati ; è molto per un viaggio di tre giorni, ne daremo ai nostri amici a Fakarava.
Perché avere lasciato Raivavae così in fretta, quando è così bella e accogliente, si può chiedere? Anch'io me lo chiedo, diciamo che i mesi di giugno a settembre sono un po' freschetti al mio parere. E preparo la venuta di Francette a Fakarava.
Per quanto riguarda oggi, vi auguro un buon mese di giugno.
Antoine
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