Agosto 2017
Salve a tutti,
Le polveri dell'imperio
Come promesso, vi propongo questo mese la seconda parte dell'articolo che ho scritto per il magazzino francese Valeurs Actuelles.
Buona lettura, e un ottimo Agosto!
Antoine
Le polveri dell'imperio
E poi, naturalmente, ci sono le 'polveri dell'imperio"; incidenti della storia hanno tenuto, in quello che rimane della "Francia d'Oltremare", una successione d'isole regolarmente, armoniosamente disposte intorno al mondo, e i "giramari" francesi, i seguaci dei grandi navigatori Alain Gerbault e Bernard Moitessier, sanno che dopo un anno o due di vagabondaggio nelle isole protette, quando la loro cassa di bordo raggiungerà un livello pericolosamente basso, potarono rivendicare il loro diploma francese d'infermiera, d'insegnante o di meccanico in uno di questi dipartimenti, territori o paesi d'oltremare, dove ritroveranno la loro lingua madre, e abitudini alimentari nazionali; Caraibi, Martinica, Guadalupa (e la Guyana, Caienna o Kourou, da non perdere, proprio di fronte alle Isole della Salute, dove l'amministrazione penitenziaria aveva "messo l'inferno in paradiso"). Un canale di Panama e un oceano più avanti, la Polinesia francese, (ci tornerò da qui a poco) si estende su un territorio marino più vasto dell'Europa.
Al termine del Pacifico, la Nuova Caledonia, la terra della Costuma. Sull'oceano Indiano, più francofono (Mauritius, Seychelles, Madagascar) che francese, un anno o due alla Riunione hanno aiutato più di un "Ulisse" senza soldi !
Per me, dalla mia partenza, sono passati più di quaranta anni, e mi piace ancora altrettanto la libertà (e i vincoli) che porta la vita su una piccola barca a vela vagabonda.
Dall'inizio del nuovo millennio, mi sono concentrato sul Pacifico; se spesso abbiamo lasciato la nostra barca per riprendere la Birmania, i parchi americani, l'Africa Australe o Cuba, le nostre navigazioni a bordo del nostro catamarano Banana Split si fanno ormai sul Pacifico ... 3600 migla, nonostante per esempio, da Tahiti all'Australia, e il paese dei koala, come quello dei kiwi, offrono abbastanza diversità per completare armoniosamente il nostro soggiorno nella nostra destinazione preferita, le isole Tuamotu ...
E pensare che per quasi trent'anni, mi ero perso questo arcipelago ! Durante la mia prima visita, sulla mia goletta Om, avevo visto solamente Mururoa e Hao, dove l'Associazione artistica del Centro di Test Nucleari del Pacifico mi aveva invitato a cantare per i lavoratori delle bomba ! Nel mio secondo scalo nelle Tuamotu, mi fu stato invece negato l'accesso all'atollo di Hao perché quelli che avevano affondato il Rainbow Warrior erano incarcerati li; Avevo pero avventurato la mia seconda barca, il sloop Voyage, in un atollo che mi era stato consigliato, ma mi ero accontentato di scattarlo a foto - senza rendermi conto che avevo un Paradiso sotto gli occhi - una foto che ha figurato pochi anni più tardi sul retro della copertina del mio primo album pubblicato da Gallimard, Iles... était une fois. Una terza, una quarta volta, non mi ero lasciato tentare dal canto delle "golette bianchi" (chiamate anche sterne paradiso) ne del O-o, la colomba delle Tuamotu.
E poi un giorno, quasi per caso, abbiamo incontrato, la mia compagna Francette ed io, questa piccola isola, deserta, senza nessun nome sulle carte, l'abbiamo fotografata sotto tutti gli angoli (e ultimamente dal cielo utilizzando un piccolo, simpatico, drone). Spendiamoli solo pochi mesi l'anno, ma è nel nostro cuore per il resto dell'anno; non abbiamo costruito nulla li, viviamo talmente comodamente sul nostro piccolo catamarano, quale bisogno c'è d'una casa? Non abbiamo, come Robinson Crusoe, trasformato l'isola, i nostri tentativi di piantagioni (papaya, basilico, menta) non hanno dato molto; noi non pretendiamo vivere in autarchia, facciamo rifornimento una volta al mese in uno degli atolli "sviluppati" vicini, Makemo, Fakarava, abitati da poche centinaia di persone, con alcuni voli Air Tahiti a settimana : un grossista di Papeete ci invia alcune confezioni di frutta e verdura, con le quali Francette farà miracoli; troviamo lì per un tempo un paio di amici, usiamo la connessione internet del luogo per far avanzare i nostri progetti, il montaggio in corso, e quest'anno realizzazione per Gallimard, che ha pubblicato l'anno scorso il nostro album fotografico "Scali in Polinesia d'un calendario settimanale, che riunisce cinquanta due destinazioni da sogno" in cui si potrebbe essere questa settimana! ".
A Fakarava, l'anno scorso un giornalista del famoso diario Le Monde è venuta a intervistarmi, la visione che ha avuto di me ... "Un ragazzo di 72 anni" Non mi era dispiaciuto ! In queste isole "urbani", il desiderio di ripartire ci riprende al più presto; dopo avere fatto il pieno dei serbatoi e del "garde-manger", il pieno di incontri e del calore dell'amicizia, ripartiamo per una delle nostre isole deserte; Chi e stato a dire "L'isola deserta è l'imballaggio ermetico che protegge dell'umanità? "Forse sono stato io!
Antoine
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